La musica è una questione personale. Sempre.
Ascolto un brano suonato da un bravo musicista e penso a quanto studio ci sia dietro quell’esecuzione, o ringrazio il genio creativo che ha composto un’opera tanto intensa. Quasi mai mi soffermo sullo strumento in sé. Se il musicista è disponibile e ha voglia di giocare, posso ascoltare note slegate ed apprezzarne il colore, la purezza. Ma una chitarra è solo un oggetto che, per quanto prezioso e nobile, senza il musicista non sarebbe niente.
Andrea Terraneo, liutaio a Cantù Le chitarre d’Andrea Terraneo
Niente ? Sbagliato ! E invece una grande parte del tutto. Me lo ha insegnato Andrea Terraneo, liutaio appassionato e poeta del legno. Dopo aver ascoltato la sua storia, il mio rapporto con la musica è cambiato. E diventato più concreto, fisico, un po’ meno mistico forse, ma diversamente profondo.
Da un pezzo di abete rosso…

Ho scoperto che la musica parte da un pezzo di legno, nato dalla natura e dal tempo perché fosse scelto, studiato, lavorato e infine suonato da qualcuno. Nel suo laboratorio a Cantù Andrea ha un tesoro nascosto in cantina. Lo tiene al buio, in un posto con il giusto grado di umidità, lo nasconde e lo protegge. Al termine della nostra chiacchierata me lo mostra : è un pezzo di abete rosso. Avrà cent’anni e custodisce una risonanza primitiva, embrionale.
L’essenza della musica è nell’essenza del legno, in un tronco cresciuto al riparo dal vento e dalla neve, protetto dagli altri alberi, perché fosse destinato a qualcosa di grande e di unico. Sembra lo sapesse anche Antonio Stradivari che a Paneveggio sulle Dolomiti, andava a cercare il legno sonoro per i suoi celeberrimi strumenti. Proprio nella foresta dei violini si è recato il liutaio canturino, che ama arrampicare e fra alberi e rocce è come a casa sua.

Ha potuto vederla intatta, prima che il vento si infilasse su per la montagna e come un’onda anomala cambiasse la geografia di un habitat immutato da secoli. Ora di quegli abeti antichi ne restano pochi, ma tanto del loro legno si è salvato e dorme in luoghi protetti, aspettando di diventare musica.
Al momento giusto
Al momento giusto, in un laboratorio come quello di Andrea, nasce una chitarra classica. Il modello è quello di Herman Hauser (1937) con le proporzioni millimetriche e la precisione cercata una passata dopo l’altra a togliere trucioli che ne cambiano l’intonazione. Ogni parte dello strumento è importante per il risultato finale. Il suono dipende anche dalla verniciatura, che è fatta con diverse mani di una gommalacca di origine naturale, che si scioglie con l’alcool e si lascia macerare al buio.
Puoi dare una spruzzata e via, ma non è la stessa cosa. C’è modo e modo di lavorare e Andrea ha scelto una purezza antica, dove il tempo e il saper aspettare sono le tecniche base. Il suo approccio è frutto di una formazione presso il maestro Mario Rubio, un liutaio milanese d’eccezione che insiste sull’integrità del gesto, dei materiali e delle scelte.

Il buon allievo segue il maestro e trova la sua strada. Ad Andrea serve un anno di tempo per finire una chitarra, a causa del lavoro con cui porta a casa il pane, dice lui, ma anche per qualcosa che ha a che fare con l’amore, penso io. Nei suoi strumenti riconosce e valorizza le qualità del legno, rispettandone i cambiamenti e le piccole imperfezioni.
« Il non perfetto è il marchio di un prodotto artigianale« , afferma il liutaio Terraneo, perché è li che si crea l’unicità, perché il legno è vivo e cambia sempre un po’. Per questo e per il tempo e la passione, la fatica e l’attesa, ogni sua chitarra è un pezzo unico e prezioso. Come una persona.
E quando chiedo ad Andrea perché è diventato liutaio, questo poeta del legno mi risponde sorridendo garbato e abbassando un po’ la sua voce schietta ; « costruisco chitarre perché qualcuno le suoni e liberi musica che rallegri e renda più bello questo nostro mondo. »

Cet article est le fruit d’une collaboration entre Michela Merazzi (que nous remercions chaleureusement de ce texte) et Gang Flow.
Michela est diplômée de Lettres Classiques à l’Université Catholique de Milan. Elle a suivi de nombreux cours de théâtre en Italie et en Grèce. Elle parle couramment l’italien, le grec et le français.
Gang Flow remercie également Andrea Terraneo de son accueil. Pour tout renseignement sur son travail, vous pouvez le contacter par mail à l’adresse suivante : andrea.lsdesign@gmail.com